L’Associazione Mia Piccola onlus, per lenire il disagio dei diversamente
abili, privi di cari che possano prendersi cura di loro.
Tale
l’obiettivo di Elena Russo e di Francesco Noviello, genitori di Maria
Teresa, diversamente abile per svariate patologie, che vanno
dall’epilessia, alla cecità.
“Dal settembre del ’94 - dichiara Elena - coltiviamo l’idea di realizzare un struttura per il “dopo di noi”, per progettare un
futuro assistenziale per persone affette da patologie analoghe a quelle
di mia figlia. L’urgenza, quindi, di raccogliere proventi, per
concretizzare le attese anche di tanti genitori, che versano in
condizioni analoghe, non concedendosi nemmeno brevi soste nel corso
della giornata.
Quando si ha un sofferente o un diversamente abile da
accudire, la qualità
della vita viene inevitabilmente alterata.
I cerebrolesi, come mia
figlia, richiedono tanto amore, per lenire l’aggressività. Maria Teresa è
al centro degli affetti familiari e non vien mai lasciata sola. Per lei
dobbiamo andare avanti nel progetto.
Già tempo fa mio marito ha
realizzato un cd, con una vecchia ninna nanna da lui stesso
interpretata, per racimolare proventi. Insieme ad altre iniziative di
solidarietà bussiamo alla sensibilità dei cuori.
Sulla divina costa,
non esistono strutture atte a poter assistere in modo continuo i
disabili. Ci sono già volontari, disposti ad offrire la propria opera
all’interno della struttura. E qualificati camici bianchi, come il
luminare neuropsichiatra Curatolo, che segue mia figlia dall’infanzia.
Lui stesso terrebbe dei corsi gratuiti specifici per l’assistenza da
prestare ai disabili, spesso non accettati con
serenità in famiglia.
Dopo i primi anni, connotati dalla speranza che
mia figlia guarisse, passai alla fase dell’accettazione del suo stato,
nella convinzione che ogni sofferenza sia dono di Dio. Le prove della
vita, sono da accettare con fede. Con mia figlia, un rapporto
bellissimo: ci capiamo con quella sintonia che solo una madre ed un
figlio posseggono. Per me è un regalo meraviglioso e guai se non ci
fosse!”
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